I cicli coinvolti nel metabolismo dello zinco e del rame sono sregolati nel disturbo dello spettro autistico, e la loro analisi potrà essere utilizzata per individuare chi successivamente svilupperà la malattia. L’importante scoperta è dei ricercatori dell’Institute for Exposomic Research alla Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York, che hanno analizzato i denti da latte di bambini sani e autistici per ricostruire le esposizioni prenatali e di prima infanzia a elementi nutritivi e tossici. I risultati dello studio sono stati pubblicati online su Science Advances, la rivista dell’American Association for the Advancement of Science.
Si tratta del primo studio al mondo ad aver generato un biomarcatore fetale e infantile dell’autismo, accurato al 90%, utilizzando un’analisi longitudinale di distinte vie metaboliche e replicandolo in quattro popolazioni di studio indipendenti. I risultati di questa ricerca potrebbero produrre un nuovo approccio diagnostico per l’autismo nelle prime fasi della vita, ovvero prima che compaia il disturbo, e potrebbero originare nuovi trattamenti e strategie di prevenzione.
Per determinare gli effetti della disfunzione del metabolismo dello zinco e del rame sullo sviluppo dell’autismo, i ricercatori del Mount Sinai hanno utilizzato il biomarker nei denti da latte di gemelli che vivono in Svezia e hanno poi replicato la procedura in altre tre popolazioni: un gruppo di fratelli non gemelli a New York, e due popolazioni di partecipanti non imparentati del Texas e del Regno Unito. L’autismo è stato identificato in circa 1 bambino su 68, secondo il Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie.
Durante lo sviluppo fetale e infantile, ogni giorno si forma un nuovo strato di denti, e man mano che ciascuna di questi ‘anelli di crescita’ si forma, un’impronta delle diverse sostanze chimiche che circolano nell’organismo viene catturata in ogni strato, fornendo una registrazione cronologica dell’esposizione a tali sostanze. Il team di ricerca ha utilizzato i laser per campionare questi strati e ricostruire le esposizioni passate lungo marcature incrementali, con un metodo simile a quello che utilizza gli anelli di crescita di un albero per determinare la storia del suo sviluppo. Questa tecnica, scoperta dal dottor Manish Arora, chirurgo dentale e dottore ricercatore al Mount Sinai, ha fatto fare un enorme passo avanti alla ricerca nel campo dell’Esposomica, la disciplina che studia gli effetti della totalità delle esposizioni ambientali nel corso della vita. Essa infatti ha fornito un cruciale pezzo mancante alla maggior parte delle analisi sulle esposizioni ambientali, il tempo, consentendo così di ricostruire le esposizioni passate, comprese quelle vissute prima della nascita.
‹‹Abbiamo riscontrato significative divergenze tra i bambini affetti da autismo e i loro fratelli sani, e abbiamo usato questi biomarcatori per predire l’insorgere della malattia – ha spiegato uno dei principali autori dello studio, Paul Curtin, dottore ricercatore e Professore associato presso il Dipartimento di Medicina Ambientale e Sanità Pubblica della Icahn School – Questi risultati suggeriscono che il metabolismo ciclico di nutrienti e sostanze tossiche è fondamentale per il sano sviluppo neurologico e l’emergere dell’autismo››.
‹‹I risultati di questo studio sono importanti perché identificano percorsi specifici correlati alla patologia dell’autismo e potrebbero portare alla creazione di un sistema di diagnosi precoce per l’autismo e altri disordini dello sviluppo neurologico. Se l’autismo viene diagnosticato in giovane età, i genitori possono trarre vantaggio dall’introduzione precoce delle terapie›› ha commentato infine il dottor Arora.
L’Institute for Exposomic Research della Icahn School of Medicine del Mount Sinai è il primo istituto di ricerca al mondo dedicato allo studio intensivo dell’esposizione e alla totalità delle influenze ambientali sulla salute umana. La missione dell’Istituto è capire come il complesso mix di ambienti nutrizionali, chimici e sociali influenzi la salute, le malattie e lo sviluppo nella vita adulta, per tradurre tali risultati in nuove strategie di prevenzione e trattamento.
Metodi come l’analisi dei denti hanno fornito all’Istituto di ricerca esposomica del Mount Sinai un approccio ad ampio raggio per osservare più esposizioni e modelli allo stesso tempo. Negli studi futuri, il team di ricerca prevede di utilizzare i denti da latte per studiare l’associazione dei cicli metabolici del metallo con il disturbo da deficit di attenzione e iperattività.
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Autismo, possibile correlazione con disfunzioni nel metabolismo di zinco e rame
La ricerca del Mount Sinai di New York sui denti da latte potrebbe creare un sistema diagnostico precoce per il disturbo dello spettro autistico.