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Umidità, i rischi di un clima troppo umido o troppo secco

Un corretto livello di umidità è sempre essenziale per mantenere uno stato di benessere sia negli ambienti chiusi sia all’aperto.

Tra i diversi fattori che rendono aria e ambienti più o meno salubri, l’umidità ha un ruolo di grande rilievo. La sua percentuale ha infatti diverse conseguenze, sia quando è troppo elevata sia quando è troppo bassa, e ciò vale tanto negli ambienti esterni quanto negli interni. Si parla spesso di qualità dell’aria riferendosi a quella esterna, ma quella degli ambienti interni non è meno importante. Anzi, nei paesi industrializzati lo è ancora di più, dato il gran numero di ore che si trascorrono al chiuso, tra uffici, scuole, abitazioni, centri commerciali e mezzi di trasporto. «Gli agenti biologici inquinanti negli spazi indoor – riporta l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un rapporto sulla qualità dell’aria – sono molto eterogenei e comprendono pollini e spore delle piante, batteri, funghi, alghe e alcuni protozoi. La loro presenza è ricollegabile a un eccesso di umidità e a una ventilazione inadeguata. L’eccesso di umidità porta alla proliferazione di funghi e batteri che rilasciano nell’aria spore, cellule, composti organici in frammenti o volatili. È per questo motivo che l’umidità è considerata un fattore di rischio per asma e altri problemi respiratori».

Ventilare gli edifici per migliorare l’aria.

Per disperdere gli inquinanti e ripristinare un corretto livello di umidità, la prima azione da non trascurare è arieggiare ogni giorno le stanze degli edifici, sia d’inverno sia d’estate. «La ventilazione – spiega l’Oms – riduce la concentrazione degli inquinanti e permette di controllare la temperatura e l’umidità all’interno degli edifici. Sono numerosi gli studi che hanno individuato una relazione tra la ventilazione delle case e le condizioni di salute delle persone che le abitano (…). Nei paesi industrializzati si calcola che circa il 13% delle asme croniche nei bambini è determinato da un eccesso di umidità negli edifici. Al fine di ridimensionare questi effetti, è necessario ridurre al minimo l’umidità persistente e la crescita di microrganismi sulle pareti interne degli edifici». Come ricorda l’Oms nel suo rapporto, diverse indicazioni per prevenire l’eccesso di umidità negli interni vengono date dagli esperti già in fase di costruzione degli edifici, in quanto scelte edilizie accorte possono fare molto. «I problemi legati all’umidità – dichiara l’Organizzazione – possono essere evitati già nelle prime fasi di costruzione degli edifici attraverso sistemi di controllo dell’acqua, dell’umidità indoor e della condensazione, attraverso la selezione dei materiali di costruzione e attraverso un design igroscopico che, tendendo ad assorbire vapore acqueo, riduca la crescita di muffe». Tra le principali raccomandazioni date alla popolazione, invece, l’Oms ricorda di rimuovere la muffa in caso compaia sulle superfici, aprire le finestre due-tre volte al giorno, installare ventole nei bagni e nelle cucine, riparare eventuali crepe e buchi.

Alta e bassa umidità, è comunque un problema.

Sia che si parli di clima indoor sia di clima outdoor, la percentuale di umidità dell’aria non deve mai essere né in eccesso né in difetto, ma prossima al 50%. L’elevata umidità, se associata ad alte temperature, può compromettere l’effetto raffreddante della sudorazione, portando a uno stato di surriscaldamento del corpo con eccessiva dispersione di acqua e sali minerali. Un eccesso di umidità invernale, invece, favorisce l’acuirsi di dolori articolari e muscolari, portando a un generale malessere per gli individui più sensibili. Ma anche l’aria secca, con un basso livello di umidità, porta a varie problematiche per l’organismo, tra cui secchezza delle mucose di naso e gola, difficoltà respiratorie, irritazioni oculari e dell’epidermide.

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Di Farmacia Elifani

Il servizio informativo per i pazienti della Farmacia Elifani del Dr. Giuseppe De Simone a Meta (NA).