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Ripetitori telefonici, studio su topi rafforza ipotesi legame tra esposizione e tumore

Uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna, pubblicato sulla rivista “Environmental Research”, rafforzerebbe l’ipotesi del legame tra esposizione a radiofrequenze e tumore.

Nel 2011 l’IARC, Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha classificato le radiazioni in radiofrequenza come un possibile cancerogeno per le persone (Gruppo 2B). In accordo con l’Agenzia, studi sugli animali, così come studi epidemiologici, hanno mostrato una limitata evidenza della carcinogenicità, ovvero la possibilità di generare un carcinoma. Tuttavia, nel 2016, l’agenzia federale statunitense National Toxicology Program (Ntp), ha pubblicato i primi risultati delle sue analisi biologiche a lungo termine sull’esposizione ai campi in radiofrequenza, evidenziando un’aumento di incidenza dei tumori maligni del cervello e del cuore in ratti esposti ad onde GSM dei cellulari. I tumori osservati nello studio dell’NTP sono simili a quelli osservati in altri studi epidemiologici riguardanti gli utilizzatori di cellulari.
Nello studio pubblicato i primi di marzo 2018, dal titolo “Report of final results regarding brain and heart tumors in Sprague-Dawley rats exposed from prenatal life until natural death to mobile phone radiofrequency field representative of a 1.8 GHz GSM base station environmental emission”, è stato evidenziato un significativo incremento dell’iperplasia delle cellule di Schwann – cellule di rivestimento dei nervi – e gliomi maligni (tumori del cervello) nei ratti femmine alla dose più elevata.
I risultati dello studio quindi hanno rafforzato i dubbi sulla sicurezza dell’esposizione ad onde in radiofrequenza espressi dall’NTP statunitense. Lo studio fornisce quindi l’evidenza necessaria per richiedere un rivalutazione del grado di carcinogenicità da parte dell’IARC.
Lo studio è stato commentato sulle pagine di Repubblica.it da Fiorella Belpoggi, direttrice dell’Area Ricerca dell’Istituto Ramazzini, la quale ha spiegato che “sebbene si tratti di un agente cancerogeno di bassa potenza, il numero di esposti è di miliardi di persone. Il problema quindi potrebbe attenere alla salute pubblica dato che molte persone potrebbero essere suscettibili a danni biologici da radiofrequenze.” A tal proposito è utile ricordare che le aziende dovrebbero provvedere ad informare correttamente gli utenti della necessità di prevenire quanto più possibile l’esposizione alle frequenze dei cellulari, soprattuto in caso di uso continuo.

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Di Farmacia Elifani

Il servizio informativo per i pazienti della Farmacia Elifani del Dr. Giuseppe De Simone a Meta (NA).